Reinhold Messner è il grande ospite del XXVI Valsusa Filmfest in un doppio appuntamento in programma il 26 marzo 2022, alle ore 16:30 al Palazzo delle Feste di Bardonecchia e alle ore 20:00 al Teatro Magnetto di Almese.

26 marzo 2022

Ore 16:30 | Palazzo delle Feste, Piazza Valle Stretta 1, BARDONECCHIA
Messner sarà disponibile per il firmacopie del libro “Noi, gente di montagna” e a seguire proiezione del docufilm “Fratelli si diventa. Omaggio a Walter Bonatti, l’uomo del Monte Bianco”, regia di Alessandro Filippini e Fredo Valla
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria presso l’Ufficio del Turismo di Bardonecchia oppure scaricando l’app APPyBARDO (non compatibile con il sistema iOS).

Ore 20:00 | Teatro Magnetto, via Avigliana 17, ALMESE
Messner sarà disponibile per il firmacopie del libro “Noi, gente di montagna” e a seguire conferenza “Nanga Parbat. La mia montagna del destino”
Evento sold-out

 

IL LIBRO “NOI, GENTE DI MONTAGNA”

Autori Reinhold Messner e Alessandro Filippini | Edizioni Solferino

Reinhold Messner, oltre che grande scalatore, è anche un attento e impegnato comunicatore del mondo dell’alpinismo, consapevole che la grande sfida, oggi, più che nelle altezze e nei record, sta nel rispetto della montagna e nello spirito con cui la si vive. Nella grande impresa, l’anima di un luogo e il confronto sincero, autentico con se stessi contano di più della bandierina su una vetta. Nella rubrica che tiene periodicamente su «La Gazzetta dello Sport», Messner ha raccontato i protagonisti e gioito dei traguardi dell’alpinismo contemporaneo. Ma, allo stesso tempo, ha raccontato a tutto tondo il mondo della montagna, apprezzando i comportamenti esemplari e condannando la retorica eroica e la commercializzazione della «grande impresa». Perché alcune derive, come per esempio la corsa all’Everest, stanno snaturando sempre di più l’ispirazione con cui si sono avvicinati alla montagna grandi maestri come Walter Bonatti e Riccardo Cassin, «così eccezionali da sopravvivere alla loro stessa grandezza». Le parole di Messner portano il segno dell’attualità da cui scaturiscono, ma mostrano un’intenzione e una coerenza capaci di andare oltre il tempo. E seguendo questo filo nasce una storia dell’alpinismo in cui biografia, passioni, convinzioni si intrecciano in un racconto che è soprattutto una dichiarazione d’amore alla montagna e alle più pure emozioni che ha sempre mosso in chi ne ha fatto una ragione di vita. Scalare è molto più che uno sport: è una filosofia. E la montagna non è mai «assassina»: è, e basta. Possono essere solamente gli uomini a commettere errori.

 

DOCUFILM “FRATELLI SI DIVENTA. OMAGGIO A WALTER BONATTI, L’UOMO DEL MONTE BIANCO”

Anno di produzione 2021. Regia di Alessandro Filippini e Fredo Valla. Produzione StudioEffe

Il ritratto di Walter Bonatti, leggenda dell’alpinismo mondiale, è delineato da Reinhold Messner, che ne ha raccolto il testimone sulle montagne più alte della Terra, grazie ai colloqui registrati durante i loro incontri. In essi vengono anche ricordate alcune delle più importanti imprese di Bonatti – dalle solitarie alla nord del Cervino e al Petit Dru, alla via aperta con Ghigo al Gran Capucin, da quelle sul Grand Pilier d’Angle al drammatico tentativo al Pilone Centrale del Freney. Senza dimenticare, ovviamente, le vicende del K2 e la spedizione al Gasherbrum IV, testimoniate dalle immagini dei film “Italia K2” di Marcello Baldi e “G-IV. Montagna di luce” di Renato Cepparo, rese disponibili dalla Cineteca del Cai.

Bonatti e Messner si sono incontrati per la prima volta solamente nel 2004, ma subito fra di loro è nata una fraterna amicizia, che ben è testimoniata dalle immagini che li vedono a casa di Riccardo Cassin, per festeggiarne i 100 anni, o nella casa di Dubino che Bonatti insieme a Rossana Podestà aveva scelto come nido del loro grande amore.

«Io e Walter ci siamo incontrati emozionalmente già negli anni ’70, poi però siamo entrati in contrasto per colpa di qualcosa che non era nelle nostre teste, ma di altri. Poi ci siamo riuniti – spiega Messner –  perché gli alpinisti hanno lo stesso sentimento per la montagna, la stessa sensibilità”.

 

CONFERENZA SULLE SPEDIZIONI AL NANGA PARBAT

Poco più di 50 anni fa, nel 1970, Reinhold Messner raggiungeva per la prima volta la vetta di un Ottomila, il Nanga Parbat. Aveva 25 anni e con lui c’era anche suo fratello Günther.

Salendo l’inviolata parete Rupal, la più alta della Terra, raggiunsero la vetta nel tardo pomeriggio del 27 giugno e furono costretti a un bivacco all’addiaccio nella notte. Il giorno successivo, visto che nessuno poteva aiutarli, furono obbligati a scendere dal versante Diamir, dove, ormai alla fine della lunga discesa, Günther morì il 29 giugno, travolto da una valanga. Reinhold riportò gravi congelamenti che ebbero come conseguenza la parziale amputazione delle dita dei piedi, ma continuò a dedicarsi all’alpinismo himalaiano e nel 1978, otto anni dopo la tragedia, tornò sulla cima del Nanga Parbat aprendo una nuova via sulla parete Diamir.  Quella fu la prima scalata solitaria di un Ottomila.

Negli anni a seguire, nelle valli intorno alla montagna, con la Messner Foundation ha costruito quattro scuole per i bambini e i ragazzi del territorio.