Vince il Premio l’Associazione Radio Aut Cinisi Palermo
L’Associazione impegnata sul sociale e contro la mafia, vuole ricordare l’azione di Peppino Impastato ucciso dalla mafia e fondatore di Radio Aut, la sua storia è stata ricordata nel film di Marco Tullio Giordana “I cento passi”.
Da Radio Aut
Mettere su carta la nostra vicenda non è certo facile e ,per quanto vogliamo essere espliciti, capiamo bene che l’importante è accennarvi come siamo arrivati fino a questo punto,ma soprattutto da dove proviene la nostra storia.
Cinisi è un paese non del tutto sconosciuto alla cronaca:si trova in provincia di Palermo, sulla costa nord-occidentale della Sicilia ed oltre che dal mare è circondato da tantissimo verde sul quale è stato costruito,attorno agli anni Settanta,l’Aeroporto che serve buona parte dell’Isola.
Conta circa 10.000 abitanti e nonostante le infinite risorse territoriali risulta purtroppo poco sviluppato, a causa soprattutto del pressante controllo esercitato dalla mafia su tutta la zona.
Un lassismo rassegnato fa sì che la gente denunci poco quello che di negativo relega il paese ad uno status di mediocrità,anche se non sono mai mancate le voci dissonanti.
Una di queste voci apparteneva a Peppino Impastato,adesso certo più conosciuto che qualche anno addietro.
Peppino è nato il 5 gennaio del 1948,suo padre Luigi,così come la madre Felicia Bartolotta, appartenevano a due famiglie mafiose di Cinisi.
Diventare uomo d’onore sarebbe stata per lui la naturale via da seguire,un po’ per il nome che portava, un po’ perché ai tempi ribellarsi era comunque difficile.
Peppino invece rivela subito doti particolari ed una tenace propensione verso la legalità:dopo gli studi classici si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia, ma il suo impegno è totalmente assorbito dalla lotta incessante nei confronti dei signorotti del paese,attuata grazie a continue iniziative e riuscite manifestazioni.
Con i compagni di sempre,fortemente convinti che Cinisi può migliorare e riscattarsi, fonda nel 1976 il Circolo Musica e Cultura, laboratorio di incontri e idee che rema contro corrente,nel quale si proiettano film, si organizzano dibattiti sulle problematiche più urgenti e scottanti e ci si diverte non poco.
Le denunce più pressanti vengono però da Radio Aut (Autonomia) nata nell’estate del 1977 dalla quale Peppino con le sue trasmissioni originali smaschera le malefatte dell’amministrazione comunale e grida il suo incessante no alla mafia.
Mette in ridicolo i “potenti” , non ha paura delle conseguenze e nonostante i ripetuti avvertimenti e le pressioni della famiglia va avanti fino al 9 maggio del 1978, giorno in cui verrà catturato dai suoi assassini,ucciso a colpi di pietra sulla testa e fatto saltare in aria con una carica di tritolo sui binari della ferrovia.
Ci si emoziona non poco a conoscere la storia di quest’uomo, viene voglia di impegnarsi anima e corpo per cambiare anche solo di poco la situazione attuale:ed è quello che ogni giorno cerca di fare chi vive a Cinisi,una resistenza particolare attuata secondo modelli di pace e solidarietà costanti.
Le manifestazioni pubbliche del 9 maggio, nel quale si ricorda Peppino con una fiaccolata e dei forum a tema e la partecipazione alla carovana antimafia e per la pace sono solo la natura direttamente visibile del nostro agire, l’impegno reale è dato dal confronto costante e serrato con la gente,dall’ascolto interessato di chi ha tanto da dire, ma è nell’impossibilità di farlo, dalla volontà di rappresentare una valida alternativa contrapposta alla dilagante mentalità mafiosa che blocca lo sviluppo e trasforma chiunque abbia voglia di riscatto in un esaltato che muore inutilmente per un ideale che rimarrà sconosciuto.
Cambiare la storia è impossibile,evitare che questa si ripeta nella sua accezione negativa è il fine nostro e di associazioni amiche.
Il circolo culturale Rizoma di Cinisi e l’associazione Radio Aut, nata nel 2001 e presente a livello nazionale, riprendono l’esempio di Peppino e si impegnano in un’opera di antimafia sociale che parte dal basso, lotta con gli operai disoccupati della Fiat e accosta alla Resistenza dei Partigiani contro il fascismo quella altrettanto difficile contro chi cerca di interrompere i sogni di libertà e riscatto di tutti i Siciliani.
Sapere che il nostro operato comincia a dare buoni esiti, constatare l’interesse per la nostra realtà è soddisfacente più d’ogni altro riconoscimento,potere raccontare la nostra storia ed essere ascoltati e compresi era il nostro primo obiettivo.
Adesso basterebbe rafforzare nell’opinione pubblica l’idea che Cinisi sia il paese di Peppino Impastato che lotta contro la mafia,che la Sicilia sia la terra di uomini giusti pronti ad andare avanti qualsiasi sia il prezzo da pagare,la terra di giovani realtà capaci di moltiplicarsi e soppiantare la cattiva fama che ancora precede qualsiasi valutazione sulla nostra realtà:non è semplice, ma noi ci stiamo provando.