A MARIO CONGIUSTA

Per aver lottato in un contesto difficile alla ricerca della verità

Lunedì 25 aprile presidio di Venaus

Ore 13: Pranzo condiviso del 25 aprile
Ore 15.30: Consegna premio “Bruno Carli”

Interverranno:

  • Mario Congiusta
  • Nilo Durbiano sindaco diVenaus
  • Vincenzo Caricari regista e autore de “La guerra di Mario”

Ore 17: Salone dell’associazione pescatori: proiezione del film vincitore della sezione Memoria storica


Padre di Gianluca, assassinato il 24 maggio 2005 perché voleva impedire che il suocero rimanesse vittima di un’estorsione, ha accolto con grande emozione il 20 dicembre 2010 la sentenza del tribunale di Locri che ha condannato (all’ergastolo e a 25 anni) esecutori e mandanti dell’omicidio del figlio.
La sentenza premia la straordinaria battaglia di civiltà condotta dal padre Mario e dai suoi familiari in cinque anni difficili, spesso in solitudine nel chiedere con forza di non dimenticare i fatti accaduti. Gianluca aveva 32 anni e venne ucciso al centro di Siderno. Era un giovane imprenditore calabrese, pieno di vita, di amore verso la sua terra, punto di riferimento per il paese per l’associazionismo sociale e sportivo. Gianluca era anche un ragazzo che non si piegava alle prepotenze mafiose, e per quell’idea di giustizia, ha perso la vita.
Mario da allora ha iniziato una battaglia civile e sociale nella Locride, denunciando silenzi e omissioni, presidiando i tribunali, organizzando manifestazioni contro le mafie. Mario ha trasformato il suo dolore in un arma di resistenza contro quelle zone buie che ancora governano indisturbate ampie aree di territorio italiano.
La sospirata sentenza restituisce per una volta forza e vigore al movimento anti-‘ndrangheta, in questo momento difficile per il territorio calabrese, per le istituzioni, per la politica, per le forze sociali, per i cittadini.


    • Dammi un figlio, Signore, che sia abbastanza forte da riconoscere la sua debolezza ed abbastanza coraggioso da affrontare se stesso davanti alla paura.
    • Dagli la forza di restare in piedi, dopo una sconfitta onorevole, così come la forza di restare umile e semplice dopo la vittoria.
    • Dammi un figlio, Signore, in cui i desideri non rimpiazzino le azioni, un figlio che Ti conosca e sappia conoscere se stesso.
    • Fa’ che percorra, Ti prego, non il sentiero dell’agiatezza e delle comodità, ma quello dello sforzo e della sfida nella lotta contro le difficoltà.
    • Insegnagli a tenersi diritto nella tempesta, ma ad avere comprensione per coloro che sono deboli.
    • Dammi un figlio che abbia un cuore puro ed un ideale elevato, un figlio che sappia dominarsi prima di voler dominare gli altri, un figlio che sappia ridere senza dimenticarsi come si fa a piangere, senza dimenticarsi del passato.
    • E dopo tutto questo, Signore, dagli, Ti prego, il senso dell’umorismo, così che viva con serietà, ma sappia guardare se stesso senza prendersi troppo sul serio.
    • Dagli l’umiltà che gli ricordi sempre la semplicità della vera grandezza; l’apertura di spirito della vera sapienza e la dolcezza della vera forza.
    • E allora io suo padre potrò mormorare “Non ho vissuto invano”

Quel figlio invocato, il Signore me lo aveva dato. Un assassino me lo ha ammazzato.
Mario il papà di Gianluca Congiusta